Museo Comunale d'Arte Moderna

2 marzo - 1 giugno 2003

Marianne Werefkin a Murnau
Arte e teoria, amici e maestri

Questa mostra costituisce per il nostro Museo l'occasione per rinnovare l'attenzione del pubblico sulla figura affascinante della pittrice russa Marianne Werefkin, della quale il Museo, grazie all'omonima fondazione, conserva il nucleo più importante della produzione artistica. L'evento si è concretizzato per merito della feconda collaborazione con la direttrice dello Schlossmuseum di Murnau, Brigitte Salmen, che è stata l'ideatrice e la curatrice della mostra svoltasi nella cittadina tedesca di Murnau.

In linea con la programmazione museale, che si impegna a realizzare annualmente una mostra dal carattere prettamente storico-artistico, con particolare riguardo nei confronti della storia dei protagonisti che hanno reso artisticamente vivace il borgo di Ascona, questa mostra ha il pregio di sostanziare il lavoro di archiviazione e valorizzazione che da diversi anni il Museo persegue studiando i suoi fondi e le sue collezioni.

L'allestimento espositivo ad Ascona è stato arricchito da nuove e significative opere della cerchia degli artisti di Monaco, a cura delle due storiche dell'arte Margherita Albisetti e Mara Folini; si accentra attorno al ruolo pionieristico assunto dalla pittrice Marianne Werefkin (1860-1938) quando, sullo scorcio degli anni dieci del secolo scorso, nella cittadina di Murnau, visse insieme a Alexej Jawlensky (1864-1941), Gabriele Münter (1877-1962) e Wassily Kandinsky (1866-1944), momenti di intenso scambio, che rivoluzionarono il loro linguaggio artistico. I cosiddetti anni di Murnau (1908-1910), riferiti ai soggiorni estivi delle due coppie, sono stati riconosciuti dalla critica come i più decisivi per il liberarsi, da parte di questi artisti, da vecchi stilemi naturalistici e Jugendstil e per un uso sempre più spregiudicato del colore puro ed elementare, il quale, in nuce, preannunciava la svolta rivoluzionaria kandiskyana verso l'arte astratta.

Lo studio compiuto negli anni recenti sui 170 taccuini di schizzi di Marianne Werefkin, e per l'occasione su quelli riferibili ai soggiorni a Murnau, consente di riconoscere nell'artista russa una figura non certo di secondo piano, una valida interlocutrice capace di influenzare anche l'operato dei suoi amici. Gli schizzi mostrano infatti quanto fosse già informata sull'arte francese di Gauguin, van Gogh e soprattutto dei Nabis (ricordiamo i viaggi in Normandia e a Parigi, nel 1903, e poi in Bretagna, ancora a Parigi, e in Provenza, nel 1905), e quanto lei apparisse, a differenza degli amici pittori, già libera da stilemi neo-impressionisti ancora presenti nella loro pittura. In questi schizzi, inoltre, la Werefkin sperimenta tecniche e accordi azzardati, usa il colore puro liberamente tra armonie e contrasti, trasformando il momento mimetico in composizione ritmica, seriale, avvolgente e, per lo più, visionaria.Questi studi avvalorano anche le indagini sul suo pensiero estetico-teorico, individuabile nei suoi scritti tra il 1901 e il 1906, le quali sottolineano le importanti dichiarazioni della pittrice sul colore come forza espressiva capace, nella sua purezza non descrittiva, d'infondere vita a ciò che apparentemente è coperto di banalità. La realtà "come vuoto spaventoso" si trasfigura: "artista è colui che oppone alla realtà delle cose percepite l'irreale della sua anima d'artista, la sua malinconia, la sua gioia, il suo estro, la sua forza". ( Marianne Werefkin, Lettres à un Inconnu,1901-1906).

Murnau, con i suoi paesaggi, il suo folclore e le sue tradizioni artigianali, fu anche premessa per continuare quell'esperienza ricca di riflessioni e di lavoro a Monaco, nel salotto della Werefkin, dove nel 1909 nasce la Nuova Associazione degli Artisti di Monaco (Neue Künstlervereinigung München, NKVM) premessa alla fondazione, nel 1911, del Cavaliere Azzurro (Blaue Reiter). La mostra offre inoltre al visitatore la possibilità di confrontarsi non solo con gli artisti amici, ma anche con i maestri, per mostrare tanto le influenze e l'originalità, quanto la capacità di superare in modo rapido e deciso i condizionamenti, pur positivi, per raggiungere un'autonomia di proposta e innescare quei salti verso la modernità, che hanno lasciato il segno nella pittura di tutto un secolo. L'internazionalismo del gruppo, che in parte confluirà nel Blaue Reiter, è caratterizzato anche da quella libertà soggettiva, lirica, che, nonostante le molteplici influenze stilistiche dei maestri francesi e nordici, li rende originali, capaci di non uniformarsi in uno stile riconoscibile e di esprimere in piena originalità le loro aspirazioni e visioni. Dunque la rassegna si presenta come una straordinaria occasione, per vedere insieme una sessantina di opere degli artisti gravitanti attorno alla NKVM e al Blaue Reiter (Erma Bossi, Adolf Erbslöh, Wassily Kandinsky, Alexej Jawlensky, Alexander Kanoldt, August Macke, Franz Marc, Gabriele Münter, Charles J. Palmié, Alexander Salzmann, Hugo Troendle), di alcuni appartenenti al gruppo francese dei Nabis (Paul Sérusier, Maurice Denis, ecc.) oltre che di alcuni dei loro maestri (Alfred Kubin, Henri de Toulouse-Lautrec, Edvard Munch).

Inaugurazione

sabato 1 marzo 2003, ore 17.00

Manifesto

Media

Comunicato stampa

La cittadina di Murnau in Germania, situata nelle prealpi bavaresi a 60 km da Monaco, deve buona parte della sua fama ai soggiorni estivi di illustri artisti appartenenti alla "Neue Künstlervereinigung München" (1909) e quindi al "Blaue Reiter" (1911). Sul finire del primo decennio del "˜900 due coppie di amici - Wassily Kandinsky (1866-1944) e la sua compagna Gabriele Münter (1877-1962), Alexej Jawlensky (1864-1941) e Marianne Werefkin (1860-1938) - vi soggiornarono regolarmente. Kandinsky era allora ancora lontano da quella ricerca astratta che lo avrebbe reso unico ma è certo che in quei soggiorni, riceve stimoli e suggestioni che ne influenzeranno profondamente l'opera.

Nella passata estate, allo Schlossmuseum Murnau è stata proposta una mostra che ha voluto approfondire quali siano stati i contatti di quegli artisti con la cittadina di Murnau nell'intento di chiarire su quali esperienze e incontri si fondi la profonda modificazione della poetica kandinskiana che si manifesta proprio nell'immediatezza di quelle estati (1908 e 1909). Già il primo biografo di Kandinsky, W. Grohmann, aveva infatti sottolineato come in questi anni, grazie agli scambi di idee e al lavoro comune dei quattro, l'arte di Kandinsky fosse cambiata a favore d'un uso sempre più spregiudicato del colore che preannunciava la sua piena liberazione in senso astratto.

Nella prossima primavera, a partire dal 2 marzo, quella rassegna che già ha sollevato parecchia attenzione nella vicina Germania giungerà al Museo comunale d'arte moderna di Ascona, arricchito di nuove opere, alcune delle quali di straordinario valore e bellezza, selezionate dalle due storiche dell'arte Margherita Albisetti e Mara Folini.

La mostra Marianne Werefkin a Murnau. Arte e teoria, amici e maestri costituisce l'occasione per rinnovare l'attenzione del pubblico sulla figura affascinante della pittrice Marianne Werefkin, di cui il museo di Ascona, grazie alla Fondazione Werefkin, conserva il nucleo più importante della produzione artistica. Occasione che si è concretizzata grazie alla feconda collaborazione con la direttrice dello Schlossmuseum di Murnau, Brigitte Salmen, che è stata l'ideatrice e la curatrice della mostra svoltasi nella cittadina tedesca di Murnau.

Lo studio compiuto negli anni recenti sui 170 taccuini di schizzi di Marianne Werefkin, conservati dalla Fondazione Werefkin presso il Museo di Ascona, e in particolare su quelli riferibili ai soggiorni a Murnau, consente infatti di riconoscere nell'artista russa (nacque a Tula da antica e nobile famiglia moscovita) una figura non certo di secondo piano, una valida interlocutrice capace di influenzare anche l'operato dei suoi amici. Gli schizzi mostrano infatti quanto fosse già informata sull'arte francese di Gauguin, van Gogh e dei Nabis e apparisse, a differenza degli amici pittori, libera dagli stilemi neo-impressionisti molto presenti nella loro pittura. In questi schizzi, inoltre, la pittrice sperimenta tecniche e accordi azzardati, usa il colore puro liberamente tra armonie e contrasti, ma mai con intento mimetico. Ed è forse anche proprio nella vitalità e nella prospettiva ampia di Marianne Werefkin che affonda le proprie radici il grande cambiamento che segna in quegli anni la pittura di Kandinsky. La comunanza di lavoro, il confronto sulle loro esperienze, la conoscenza di nuove ipotesi di pittura, sono momenti di grande crescita per tutti. È inoltre con Marianne Werefkin (e forse proprio da lei, con Jawlensky e Erbslöh) che prende vita la N.K.V.M. " Neue Kunstlervereinigung München, la Nuova Associazione degli Artisti di Monaco, da cui nascerà poi il Blaue Reiter. Kandinsky ne fa parte, ma non con un ruolo propositivo, anche se ne diventerà poi presidente.

L'elenco degli artisti rappresentati comprende gli amici, ma anche i maestri, per mostrare influenze ed originalità, assieme alla capacità di superare in modo rapido e deciso i condizionamenti pur positivi dei maestri per raggiungere una autonomia di proposta e innescare (Kandinsky insegna) quei salti verso la modernità che hanno lasciato il segno nella pittura di tutto un secolo. L'internazionalismo del gruppo, che in parte confluirà nel Blaue Reiter, è caratterizzata anche da quella liberà soggettiva, lirica, che, nonostante le molteplici influenze stilistiche dei maestri francesi e nordici, li rende originali e capaci di non uniformarsi in uno stile riconoscibile e di esprimere in piena originalità le loro aspirazioni e visioni.

La rassegna si presenta quindi come una straordinaria occasione di vedere raggruppate una sessantina di opere degli artisti gravitanti attorno alla NKVM e del Blaue Reiter (Erma Bossi, Adolf Erbslöh, Wassily Kandinsky, Alexej Jawlensky, Alexander Kandolt, August Macke, Franz Marc, Gabriele Münter, Charles J. Palmié, Alexander Salzmann, Hugo Troendle), di alcuni appartenenti al gruppo francese dei Nabis (Paul Sérusier, Maurice Denis, ecc.) oltre che di alcuni dei loro veri e propri maestri (Alfred Kubin, Henri de Toulouse-Lautrec, Edvard Munch).

Il catalogo in tedesco della mostra tenuta a Murnau, a cura di Brigitte Salmen, sarà riproposto in questa occasione in abbinamento con un piccolo catalogo in italiano comprendente le traduzioni dei testi e la riproduzione delle opere presenti solo nella mostra di Ascona.